Zeus,
Padre di tutti gli Dei
Zeus, padre di tutti gli dei e signore dell’universo, era spesso soggetto a violente passioni, o ad impeti di collera alternati a gesti di generosità e ad atti di grande magnanimità.
Il padre degli dei trascorse, la sua prima infanzia nella ridente isola di Creta, e quando nacque, sua madre Rea, per sottrarlo all’ingiustizia del padre, lo nascose in una caverna sul monte Ida affidandolo alle ninfe Adrastea ed Io, figlie del re di Creta Melisseo.
La culla era stata appesa ai rami di un albero affinché Crono non potesse trovarlo né in cielo, né in terra, né in mare. Le due ninfe allevarono il piccolo Zeus nutrendolo col latte della loro capretta Amaltea.
Divenuto signore dell’universo, Zeus dimostrò la sua gratitudine sia alla capretta Amaltea immortalandola tra le stelle, sia alle due ninfe, donandogli, in segno di benevolenza, il corno che Amaltea si ruppe battendo contro un albero.
Da questo corno sarebbe apparso tutto quello che le ninfe avessero desiderato; il dono di Zeus divenne così il corno dell’abbondanza o cornucopia.
Zeus per diventare re dell’Olimpo dovette combattere tutta la giovinezza. Egli ha dovuto spodestare il padre, combattere contro i Titani, Tifeo e i Giganti e solo quando sul mondo iniziò a regnare la pace, decise di prendere moglie e fondare sull’Olimpo la sua dimora.
Inno a Zeus
"O più glorioso degli immortali, sotto mille nomi sempre onnipotente,
Zeus, signore della natura, che con la legge governi ogni cosa,
Salve; perché sei tu che i mortali han diritto d'invocare.
Da te infatti siam nati, provvisti dell'imitazione che esercita la parola,
Soli tra tutti gli esseri che vivono e si muovono sulla terra;
Così io ti celebrerò e senza sosta canterò la tua potenza.
É a te che tutto il nostro universo, girando attorno alla terra,
Obbedisce ovunque lo conduci, e volentieri subisce la tua forza;
Così grande é lo strumento che tieni tra le tue mani invitte,
Il fulmine a due punte, fiammeggiante, eterno.
Sotto i suoi colpi, tutto si rafferma;
Per suo mezzo reggi la Ragione universale, che attraverso tutte le cose
Circola, mista al grande astro e ai piccoli;
Grazie ad esso sei diventato così grande ed eccoti re sovrano attraverso i tempi.
Senza di te, o Dio, non si fa niente sulla terra,
Né nel divino etere del cielo, né nel mare,
Tranne che quel che ordiscono i malvagi nella loro follia.
Ma tu sai riportare gli estremi alla misura,
Ordinare quel che é senz'ordine, e i tuoi nemici ti divengono amici.
Perché tu hai armonizzato così bene insieme il bene e il male
Che vi é per ogni cosa una sola Ragione eterna,
Quella che fuggono e abbandonano i perversi tra i mortali,
Disgraziati, che desiderano senza sosta il possesso dei (pretesi) beni,
E non badano alla legge universale di Dio, né l'ascoltano,
Mentre, se le obbedissero con intelligenza avrebbero una nobile vita;
Da se stessi si gettano, insensati, da un male all'altro;
Questi, spinti dall'ambizione, alla passione delle contese;
Quelli, volti al guadagno, senza alcun principio;
Altri, sfrenati nella licenza e nei piaceri del corpo,
(Insaziabili) vanno da un male all'altro
E fan di tutto perché succeda loro proprio il contrario di quel che desiderano.
Ah! Zeus, benefattore universale, dai cupi nembi, signore della folgore,
Salva gli uomini dalla loro funesta ignoranza;
Dissipa questa, o padre, lungi dalle loro anime; e concedi loro di scorgere
Il pensiero che ti guida per governare tutto con giustizia,
Affinché, onorati da te, ti rendiamo anche noi grande onore,
Cantando continuamente le tue opere, come si conviene
Ad un mortale, poiché né per gli uomini é più grande privilegio
Né per gli dèi,
di cantare per sempre,
nella giustizia, la legge universale."
Culto di Zeus Lykaios
L'epiteto Lykaios è morfologicamente connesso alla parola lyke (luminosità), ma a prima vista si può facilmente associare anche a lykos (lupo). Quest'ambiguità semantica si riflette sul singolare culto di Zeus Lykaios, celebrato nelle zone boscose e più remote dell'Arcadia, nel quale il dio assume caratteristiche sia di divinità lucente che lupina.
Il primo aspetto si evidenzia nel fatto che è il signore del monte Licaone (la montagna splendente) , che è la cima più alta dell'Arcadia e sulla quale, secondo una leggenda, si trova una recinto sacro sul quale non si sono mai posate ombre. Il secondo invece si rifà al mito di Licaone (l'uomo lupo), il re dell'Arcadia i cui leggendari antichi atti di cannibalismo venivano ricordati per mezzo di bizzarri riti.
Secondo Platone una setta si sarebbe riunita sul monte ogni otto anni per celebrare sacrifici in onore di Zeus Lykaios durante i quali si mescolava un singolo pezzo di interiora umane ad interiora animali e poi si distribuiva il tutto ai presenti: chi avesse mangiato il pezzo di carne umana si sarebbe trasformato in un lupo e avrebbe potuto recuperare la propria forma umana solo se non ne avesse più mangiata fino alla conclusione del successivo ciclo di otto anni.
Oracoli di Zeus
Oracolo di Dodona
Il culto di Zeus a Dodona nell'Epiro, località per la quale vi sono prove dello svolgersi di attività cerimoniali a partire dal II millennio a.C., era imperniato su di una quercia sacra. All'epoca in cui fu composta l'Odissea ( circa il 750 a.C.) l'attività divinatoria era condotta da sacerdoti scalzi chiamati Selloi, che si stendevano a terra ed osservavano lo stormire delle foglie e dei rami dell'albero. All'epoca in cui Erodoto scrisse a sua volta di Dodona i sacerdoti erano stati sostituiti da sacerdotesse chiamate Peleiadi (colombe). Nel culto osservato a Dodona la moglie di Zeus non era Era, ma la dea Dione, il cui nome è in effetti la versione femminile di "Zeus". Il suo ruolo di Titanessa nella mitologia classica ha fatto ipotizzare ad alcuni studiosi che potrebbe essere stata in epoca pre-ellenica una divinità molto più importante e che, forse, l'oracolo fosse originariamente dedicato a lei.
Oracolo di Siwa
L'oracolo di Amon nell'Oasi di Siwa che si trova nel lato occidentale del deserto egiziano non si trovava entro i confini del mondo greco prima dell' epoca di Alessandro Magno, ma fin dall'età arcaica aveva esercitato una forte influenza sulla cultura greca: Erodoto nella sua descrizione della guerra greco-persiana dice che Zeus Amon fu consultato varie volte. Zeus Amon era tenuto in particolare considerazione a Sparta, dove fin dall'epoca della Guerra del Peloponneso esisteva un tempio in suo onore.